Nella realizzazione di attività di Employer Branding, bisogna considerare il peso ed il significato attribuito alla propria cultura aziendale nelle due direzioni, quella di chi l’ha costruita e quella di chi la recepisce. Una strategia efficace, infatti, deve includere la valutazione e la trasposizione della propria cultura aziendale in messaggi di comunicazione adeguati e coerenti che mettano insieme proprio le due direzioni in un’unica via semplice, chiara e riconoscibile per tutti.
Sarà fondamentale creare e successivamente diffondere una cultura ed un ambiente aziendale che invoglino i tuoi dipendenti ad affrontare al meglio la propria giornata lavorativa, che aiuti il loro rendimento, che li porti al raggiungimento degli obiettivi di performance prefissati; ma parliamo anche di persone che potenzialmente consiglierebbero o meno ai loro amici di inviare il cv proprio alla loro stessa azienda. In questo senso e in un contesto che prevede l’uso sempre più accentuato di remote working o nei casi migliori di smartworking, utilizzare i social media per coinvolgere i dipendenti – ad esempio – a raccontare la propria giornata seguendo un filone definito ex ante e che dia l’opportunità di rendere i dipendenti al centro delle storie dell’azienda, può essere una soluzione di grande impatto, a patto che sia inserita in un contesto autentico, di accoglienza e assoluta trasparenza.
Poiché sono coinvolti in tutti i processi quotidiani, i tuoi dipendenti sono lo specchio dei tuoi processi, dei tuoi valori e sono anche la fonte più affidabile di valutazione su un posto di lavoro vacante presente nella tua azienda. Infatti, se troppo spesso i messaggi trasmessi dalle aziende mancano di credibilità, i messaggi trasmessi da un essere umano, un dipendente appunto, di solito vengono accolti positivamente perché autentici, affidabili e trasparenti. Diventa quindi inevitabile incorporare attività di Employee Advocacy nel tuo Employer Brand.
L’Employee Advocacy è un termine che è profondamente cambiato e che ha acquisito un significato più profondo dall’arrivo dei social network. Volendo semplificare si tratta di far intervenire direttamente i dipendenti nella diffusione dei contenuti legati al brand condividendoli nei profili social personali con l’obiettivo di favorire il passaparola positivo e rafforzare il marchio.
Mettendo al centro dell’attenzione l’interno di una realtà e agendo sulla reputazione, bisogna però stare molto attenti. Dobbiamo guardarci dentro nel vero senso della parola e capire se siamo realmente pronti per un’attività del genere: capire la corrispondenza tra i valori dei dipendenti, la cultura aziendale e le condizioni di lavoro, per avere certezza di essere pronti. Se così non fosse la priorità sarebbe prima quella di “sistemare” le cose, andando a lavorare sulla comunicazione interna per risolvere al meglio queste discrepanze.
Non farlo significherebbe, invece, rischiare che emergano in modo netto e pubblico queste divergenze. Dobbiamo quindi essere un luogo e un’entità con cui si voglia realmente lavorare, talmente tanto da metterci con fierezza e convinzione la faccia. Quando i componenti di un team si sentono valorizzati, motivati sono più inclini a comunicare la propria esperienza positiva in un percorso che deve lavorare sulla spontaneità e sull’assenza di imposizioni.
Il passo successivo, poi, è quello di attivare progetti specifici di engagement a cui far seguire progetti verticali e, dato che parliamo di social, corsi di formazione per poterli utilizzare in maniera adeguata. Una policy di uso dei social è fondamentale, non tanto per regolamentare quanto per supportare i dipendenti a non commettere errori e dissipare eventuali paure. In questo documento, in modo chiaro, devono essere segnalate tutte le linee guida di comunicazione, definendo cosa il dipendente può condividere e cosa no con una serie di esempi pratici per approfondire e capire meglio. Ad ogni modo proprio su come costruire adeguate guidelines per una attività di questo tipo, torneremo presto con un nuovo articolo approfondito sul tema.
I candidati, esposti ad una attività di questo tipo, saranno maggiormente coinvolti e pronti a conoscere ogni dettaglio delle aziende che stanno prendendo in considerazione per un futuro lavoro.
Ecco perché, in prima linea, bisognerebbe concentrarsi sulla presentazione della cultura del lavoro della propria organizzazione e poi sul coinvolgimento attivo dei dipendenti. I canali social dell’azienda sono strategici in questo senso perché rappresentano una reale opportunità per diffondere una reputazione positiva ed attirare i migliori talenti; inoltre, non solo una buona attività di coinvolgimento dei dipendenti sui canali social potrebbe aiutarti ad aumentare la felicità e la produttività complessive nella tua azienda, ma ti supporterebbe ancora di più nell’acquisizione di nuovi professionisti di talento migliorando anche la tua reputazione e la tua desiderabilità.
Attività di questo tipo, infatti, sono in grado di rendere la tua organizzazione coinvolgente, attenta e popolare agli occhi degli altri.
Perché non iniziare subito allora?
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